Il Cubismo e l'arte africana
Un'arte simbolica e magica
L'arte africana risulta soprattutto simbolica; maggiormente tesa a esprimere concetti che a rappresentare accuratamente la natura. Di rado un oggetto viene creato solo per essere guardato: la sua bellezza è proporzionale al ruolo che svolge nella vita dell'uomo e al legame con il potere e la religione. Per questa ragione l'arte africana viene anche considerata un'arte "utile": le maschere, le statuine e altri oggetti rituali, infatti, non hanno solo una funzione stilistica.
Una pluralità di linguaggi
Senza considerare le pitture rupestri (graffiti e pitture nelle grotte) del Paleolitico sahariano, le prime manifestazione dell'arte dell'Africa nera risalgono al 7000 a.c., quando comunità di uomini dediti perlopiù alla caccia e alla raccolta iniziarono a modellare recipienti di ceramica decorati con motivi "a pettine".
Le opere africane, anche dei tempi più vicini a noi, sono per la maggior parte di autori anonimi; al limite conosciamo l'etnia, ma nulla di più. L'arte africana è soprattutto arte tribale, espressione cioè di una pluralità di culture spesso anche molto diverse tra di loro. Ne scaturisce una varietà di linguaggi che è molto difficile da sintetizzare; è dunque opportuno parlare di tradizioni artistiche diverse piuttosto che di arte africana in generale.
La scultura e le maschere
La scultura è senza dubbio la forma d'arte figurativa più diffusa nei territori sub-sahariani. Le opere sono generalmente in legno, lavorate senza disegni preparatori, né abbozzi. Oggetto delle raffigurazioni è spesso la figura umana, che può rappresentare un antenato o una divinità tutelare, quasi sempre isolata a eccezione dei gruppi dedicati alla maternità .
Particolarmente importanti sono poi le maschere, sia di uomo che di animale, fortemente stilizzate ed espressive, prodotto di civiltà antiche e di secoli di tradizione artistica. A prima vista possono sembrare strane e grottesche, ma divengono molto importanti e sofisticate se collocate nel loro contesto culturale. Le maschere infatti, indossate durante la danza rituale, incarnano la stessa divinità che simboleggiano, tanto èvero che in molte società africane vengono usate solo dagli iniziati .
Altre volte le maschere vengono impiegate in manifestazioni collettive, come funerali e riti agrari; nel primo caso non solo rende un ultimo omaggio al defunto, ma ha anche come compito di accompagnarlo e di offrirgli un passaggio sicuro e sereno verso l'aldilà. Le statue e le maschere, in ultima analisi, sono i veicoli attraverso i quali gli spiriti e le forze spirituali si rendono presenti e visibili nello spazio umano.
I caratteri dell'architettura africana
L'architettura africana è per la maggior parte costruita in argilla e legno, materiali poveri e delicati ma facilmente reperibili sul territorio. Con questi materiali semplici e naturali sono stati eretti anche edifici di notevoli dimensioni, come la grande moschea di Djenné, in Mali, nell'Africa nord-occidentale, presenti sul territorio in seguito alla diffusione della religione islamica nel continente africano.
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