L'ARTE AFRICANA

Quali sono secondo voi le caratteristiche dell'arte africana?

Sono figure dettagliate?

Sono figure realistiche o stilizzate con forme geometriche?

E' un'arte naturalistica o simbolica?

Cosa rappresentano ? divinità, un antenato, entrambe le cose?

Maschera kifwebe dello Zaire, legno, fibre vegetali, h. 55,6 cm, Tervuren (Belgio), Museo Reale dell'Africa

INFLUENZE ARTE AFRICANA

L'arte africana conobbe nel corso dei primi anni del Novecento una grande fortuna e diffusione soprattutto grazie all'impulso di alcuni artisti, come Picasso, Modigliani, Matisse, e in generale gli artisti delle avanguardie, che collezionarono e studiarono con passione le maschere e le sculture del "continente nero".

I contatti con gli europei e la loro conoscenza di prodotti e oggetti tanto originali e affascinanti si svilupparono fin dal XV secolo, soprattutto grazie ai viaggi e alle spedizioni esplorative sempre più frequenti. In principio, però, gli oggetti africani che giungevano in Europa venivano visti esclusivamente come curiosità o come creazioni di popoli primitivi. Solo agli inizi del Novecento, grazie ad artisti come Picasso (figure 4 e 5), Braque, Modigliani e Matisse, l'arte africana ottiene i primi riconoscimenti.

Un linguaggio espressivo geometrico e stilizzato

Agli artisti dell'Occidente piaceva dell'arte africana soprattutto il linguaggio potente, stilizzato e fortemente espressivo. Le figure femminli con le loro forme prominenti ed enfatizzate suggeriscono armonia e fertilità, mentre le figure maschili o di animali esprimono forza e virilità.

Pablo Picasso Tre donne olio su tela ,1908-1909 cm 200 x 178.

È conservata a San Pietroburgo nel Museo dell'Ermitage.

Il Cubismo e l'arte africana

Le sculture africane erano molto vicine alle ricerche di Picasso e Braque: i volumi, essenziali, sono modellati secondo precisi piani geometrici; gli elementi del volto sono stilizzati; le loro proporzioni non sono basate su principi di verosimiglianza, ma di astrazione. Picasso seppe cogliere nell'arte africana l'espressione di un diverso rapporto tra uomo e natura, dato da immediatezza, semplicità e sintesi delle forme. Il linguaggio della scultura, in particolare, era costruito su segni codificati: un rettangolo per la bocca, un cilindro per gli occhi, un foro delle narici per il naso, e così via.

Il Cubismo e l'arte africana

Un'arte simbolica e magica

L'arte africana risulta soprattutto simbolica; maggiormente tesa a esprimere concetti che a rappresentare accuratamente la natura. Di rado un oggetto viene creato solo per essere guardato: la sua bellezza è proporzionale al ruolo che svolge nella vita dell'uomo e al legame con il potere e la religione. Per questa ragione l'arte africana viene anche considerata un'arte "utile": le maschere, le statuine e altri oggetti rituali, infatti, non hanno solo una funzione stilistica.

Una pluralità di linguaggi

Senza considerare le pitture rupestri (graffiti e pitture nelle grotte) del Paleolitico sahariano, le prime manifestazione dell'arte dell'Africa nera risalgono al 7000 a.c., quando comunità di uomini dediti perlopiù alla caccia e alla raccolta iniziarono a modellare recipienti di ceramica decorati con motivi "a pettine".

Le opere africane, anche dei tempi più vicini a noi, sono per la maggior parte di autori anonimi; al limite conosciamo l'etnia, ma nulla di più. L'arte africana è soprattutto arte tribale, espressione cioè di una pluralità di culture spesso anche molto diverse tra di loro. Ne scaturisce una varietà di linguaggi che è molto difficile da sintetizzare; è dunque opportuno parlare di tradizioni artistiche diverse piuttosto che di arte africana in generale.

La scultura e le maschere

La scultura è senza dubbio la forma d'arte figurativa più diffusa nei territori sub-sahariani. Le opere sono generalmente in legno, lavorate senza disegni preparatori, né abbozzi. Oggetto delle raffigurazioni è spesso la figura umana, che può rappresentare un antenato o una divinità tutelare, quasi sempre isolata a eccezione dei gruppi dedicati alla maternità .

Particolarmente importanti sono poi le maschere, sia di uomo che di animale, fortemente stilizzate ed espressive, prodotto di civiltà antiche e di secoli di tradizione artistica. A prima vista possono sembrare strane e grottesche, ma divengono molto importanti e sofisticate se collocate nel loro contesto culturale. Le maschere infatti, indossate durante la danza rituale, incarnano la stessa divinità che simboleggiano, tanto èvero che in molte società africane vengono usate solo dagli iniziati .

Altre volte le maschere vengono impiegate in manifestazioni collettive, come funerali e riti agrari; nel primo caso non solo rende un ultimo omaggio al defunto, ma ha anche come compito di accompagnarlo e di offrirgli un passaggio sicuro e sereno verso l'aldilà. Le statue e le maschere, in ultima analisi, sono i veicoli attraverso i quali gli spiriti e le forze spirituali si rendono presenti e visibili nello spazio umano.

I caratteri dell'architettura africana

L'architettura africana è per la maggior parte costruita in argilla e legno, materiali poveri e delicati ma facilmente reperibili sul territorio. Con questi materiali semplici e naturali sono stati eretti anche edifici di notevoli dimensioni, come la grande moschea di Djenné, in Mali, nell'Africa nord-occidentale, presenti sul territorio in seguito alla diffusione della religione islamica nel continente africano.

Alcuni esempi di statue o decorazioni africani a cui si sono ispirati i pittori europei:

1. Max Ernst ispirato da una maschera tusyan (Costa d'Avorio)

2. Anton Pevsner e le maschere dan (Costa d'Avorio)

3. Pablo Picasso e la maschera gregbo (Costa d'Avorio)

4. Pail Klee e le decorazioni mangbetu (Congo)

5. Morris e i tessuti kente del Ghana

6. Una mostra tenutasi a Roma nel 200 e dedicata all'influenza africana su Modigliani

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